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 la dignità di un padre

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D I S C U S S I O N E
daddy Guardo da tempo una pagina bianca sulla quale vorrei buttare giù due pensieri, quei pensieri divorati dal dolore, dalla vergogna e dallo schifo.

Una madre che dice ad un papà al quale stanno cercando di togliere la figlia di essere felice così può rifarsi una nuova vita. Queste sono le nuove mamme.

Speriamo non decida così il giudice.

Sì sì proprio il giudice. Perché quello che decide il giudice è legge. È lui la legge.

E se decide che un figlio può dormire con il proprio papà 2 volte al mese bisogna rispettare la legge.

E le mamme da brave cittadine danno l’ esempio ai propri bimbi di legalità.

Che brave. E tu papà dovresti essere contento così puoi rifarti una nuova vita. DI MERDA.

L’ ha deciso il giudice che giudica ma non può essere giudicato..

La legge è dei poveri di spirito. La legge serve a coloro che non “sentono” e devono “sentire” attraverso il martelletto di un dottore stabilire cosa ne sarà del figlio.

Avrei voluto scrivere del “proprio” figlio ma la lotta da fare è tutta qui.

In questo “proprio” che non dovrebbe esistere.

In questo “proprio” in nome del quale si distruggono coscienze e figli che non possono essere di altri se non di se stessi.

Ci si tappa gli occhi e ci si tura il naso, si sta sotto ricatto per anni per il terrore di quello che sarà.

Poi arriva un punto in cui ti rendi conto che qualsiasi cosa tu possa fare non porta alla crescita ma ti uccide l’io e la dignità.

Allora ti chiedi se è questo che tu vorresti per tuo figlio. Se è questo l’ esempio che merita.

Ti chiedi cosa faresti e cosa diresti tu a tuo figlio se un giorno lo vedessi subire umiliazioni continue da colei che si sente la proprietaria di una vita, rubandone coscientemente un’ altra.

Ti chiedi cosa ti ha tolto la voglia di ridere o piangere. Perfino di scrivere.

Ti chiedi cosa possa portare una persona a pretendere di essere “mantenuta” e a vederne un torto non volerlo fare.

Ti chiedi cosa possa portare una persona odiarti a tal punto da non comprare una fettina di carne per il figlio “perché la spesa la devi fare tu“.

Ti chiedi il significato di questa parola “mamma”.

Ti chiedi chi e se cambieranno mai le cose .

Ti chiedi il senso.

E ti rispondi che il senso non c’è.

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